Come avere sempre ragione (sì, anche con lei!)

Se c’è una cosa di cui le donne si vantano da secoli, è il fatto di avere sempre ragione. A prescindere. Solo perché sono donne e perché (spesso) hanno una dialettica migliore degli uomini.

In effetti, per avere ragione, non è necessario proferire 100 parole al minuto; basta conoscere qualche piccolo stratagemma.

Arthur Schopenhauer, nel suo piccolo trattato “L’arte di ottenere ragione”, espone 38 stratagemmi che portano ad avere la ragione sempre dalla nostra parte. Il filosofo tratta nella sua opera la dialettica eristica, ossia l’arte di disputare, e precisamente, l’arte di disputare in modo da ottenere ragione (con mezzi leciti ed illeciti).

Senza ovviamente volerli citare tutti, ne riportiamo qualcuno che potrebbe fare al caso nostro quando si discute con la propria partner, al fine di tenerle sempre testa (cosa che, inconsciamente, le piacerà tantissimo).

Come sappiamo, le donne tendono a farsi prendere dall’emotività in modo maggiore rispetto all’uomo. Possiamo, quindi, sfruttare tale caratteristica: quando capiamo che dialetticamente lei sta avendo ragione, possiamo fare in modo di suscitare la sua ira e farle perdere tale vantaggio razionale. Cerchiamo di far scattare tale meccanismo generalmente essendo sfacciati o tormentandola.

Un altro stratagemma è rappresentato dal fare molte domande alla partner e d’improvviso esclamare: “Vedi, avevo ragione!”, sebbene si sia consapevoli che ancora non si è arrivati alla conclusione che si voleva trarre. Qui, l’eventuale timidezza della partner ed un tono di voce deciso ed impertinente, possono davvero fare la differenza e scatenare un senso di colpa o di frustrazione.

Un classico trucco dialettico è espresso anche dal cercare un’affermazione che sia, anche apparentemente, in contrasto con un’altra detta in precedenza od in passato, oppure anche con un pensiero generale che ha condiviso, al fine di farla apparire contraddittoria.

Citiamo, infine, quello più facilmente utilizzabile e che possiamo usare come la duplice faccia di una stessa medaglia. Quando ci si accorge che la nostra patner ha sicuramente ragione, possiamo diventare offensivi, oltraggiosi o scatenare un senso di colpa o di inadeguatezza della partner stessa; in pratica, dobbiamo esser bravi nel passare dall’oggetto della contesa (ciò che lei ci rimprovera), al contendente (la sua persona). Possibili frasi da utilizzare potrebbero essere:

– “Pensi di essere intelligente nell’avermi detto ciò?”;
– “Sei davvero ossessiva quando parli così.”;
– “Lo sapevo. Non mi capisci proprio se pensi questo.”;
– “Brava, hai detto l’ennesima ca**ata della giornata, sei la migliore.”.

E robe del genere.

Quando è, invece, lei ad usare tale tattica con noi, chiamandoci “str**zo”, “figlio di pu***na” e quant’altro, dobbiamo assolutamente mantenere la calma e non controbattere l’offesa ricevuta. Perché? Perché la pacatezza amareggia più di qualsiasi altra espressione oltraggiosa e offensiva. Come scrisse Hobbes, “nessuna ferita duole di più di quella in cui viene colpita la vanità”. E in tale contesto, la vanità nasce, appunto, dal confronto dialettico. Facendo notare con pacatezza che l’offesa non ci tocca, in quanto non pertiene con quanto si argomenta, faremo sentire “sconfitta” dialetticamente la nostra partner senza che le avremo rivolto offese o fatto torti.

Buona lettura!